La Solfatara è un cratere vulcanico che fa parte dei Campi Flegrei, l’area vulcanica che circonda Napoli.
L’area della Solfatara è chiusa al pubblico per motivi di sicurezza.
Non è un vulcano attivo nel senso di eruzioni magmatiche frequenti, ma manifestazioni vulcaniche “secondarie” sono ancora presenti, come fumarole (emissioni di vapore e gas), solfatare (emissioni di gas sulfurei), e vulcanetti di fango (piccoli rigurgiti fangosi).
Il termine “solfatara” deriva dal latino sulpha terra, “terra di zolfo”, proprio per la presenza di gas contenenti zolfo che escono dal terreno.
La formazione del cratere risale a circa 3.700–4.000 anni fa, probabilmente con un’eruzione freatomagmatica (ossia generata dall’interazione fra magma e acque sotterranee).
L’ultima eruzione storica attribuita alla Solfatara è datata al 1198, anche se non è del tutto certo che fosse una vera eruzione magmatica.
Il cratere ha una forma ellittica con diametri pari a circa 770 m × 580 m, e il perimetro è di circa 2,3 km.
L’altitudine massima del bordo del cratere, chiamato Monte Olibano, è di circa 199 m s.l.m., mentre il fondo del cratere si trova a circa 92 m s.l.m.
I depositi vulcanici che compongono la Solfatara sono principalmente prodotti piroclastici (ovvero materiali esplosivi vulcanici).
Le fumarole emettono vapore e gas, spesso con odore caratteristico di zolfo (uovo marcio).
I vulcanetti di fango (piccole “bolle” fangose) sono manifestazioni in cui il gas spinge materiale argilloso verso la superficie.
Il “pozzo d’acqua minerale” centrale varia nel livello dell’acqua in relazione alle fasi di bradisismo (cioè all’innalzamento o abbassamento del suolo).
In epoche passate, le acque, i fanghi e i vapori della Solfatara erano utilizzati per scopi terapeutici (contro problemi respiratori, della pelle), sfruttando le proprietà chimiche dei gas e dei minerali.
Nonostante l’assenza di eruzioni frequenti, la Solfatara è un’area soggetta a rischio: la sua vicinanza a zone urbanizzate la rende potenzialmente pericolosa.
Il 12 settembre 2017, tre persone (un bambino e i suoi genitori) morirono quando caddero in una voragine che si era aperta nel terreno, in un’area che doveva essere vietata al pubblico.
Per questo motivo l’area è chiusa ai visitatori ed è sottoposta a monitoraggio geologico e misure di sicurezza.
Il bradisismo è un fenomeno geologico consistente in un innalzamento o in un abbassamento lento (ma non costante) del suolo, che da secoli interessa Pozzuoli e tutti i Campi Flegrei.
Per via del fenomeno del bradisismo e delle tensioni che ne derivano, la Solfatara è considerata un “laboratorio naturale” per studi vulcanologici.
Studi recenti suggeriscono che le emissioni di gas, in particolare di zolfo, possano essere legate a un contributo crescente da parte di un serbatoio magmatico sottostante, che può alimentare il sistema vulcanico dei Campi Flegrei e influenzare le crisi bradisismiche.
https://www.guidesolfatara.com/